La vegetazione sinantropica in provincia di Sondrio
Covoni di grano saraceno (Fagopyrum esculentum), la cui farina viene tutt'oggi impiegata nella preparazione di molti piatti tipici valtellinesi
© Museo Civico di Storia Naturale di Morbegno (Photo: R. Ferranti)
© Museo Civico di Storia Naturale di Morbegno (Photo: R. Ferranti)
In rotazione con la segale era d'uso, in molte zone della provincia, seminare il grano saraceno (Fagopyrum esculentum), originario dell'area siberiana ed importato in Valtellina verso la fine del Seicento. Questa specie è risultata adatta alle condizioni climatiche del territorio valtellinese e per molto tempo ha avuto notevole fortuna, grazie soprattutto alla rapidità del suo ciclo colturale (giugno-ottobre), tanto che la sua farina scura è divenuta costituente fondamentale della cucina tradizionale valtellinese.
Anche questa coltura è oggi in regresso, preferendo l'importazione diretta di farine dall'est europeo, così come le colture del lino (Linum usitatissimum) e della canapa (Cannabis sativa). Queste piante, seppure mai largamente diffuse ed oggi praticamente scomparse, hanno avuto i loro momenti felici in quell'economia povera ed autarchica delle popolazioni montane, che spingeva a produrre e lavorare con tecniche casalinghe anche le fibre tessili.
Anche questa coltura è oggi in regresso, preferendo l'importazione diretta di farine dall'est europeo, così come le colture del lino (Linum usitatissimum) e della canapa (Cannabis sativa). Queste piante, seppure mai largamente diffuse ed oggi praticamente scomparse, hanno avuto i loro momenti felici in quell'economia povera ed autarchica delle popolazioni montane, che spingeva a produrre e lavorare con tecniche casalinghe anche le fibre tessili.