La vegetazione sinantropica in provincia di Sondrio
Fioritura di papavero (Papaver rhoeas) e di camomilla (Matricaria chamomilla)
© Museo Civico di Storia Naturale di Morbegno (Photo: R. Ferranti)
© Museo Civico di Storia Naturale di Morbegno (Photo: R. Ferranti)
Con la graduale diminuzione delle colture cerealicole, si sono rarefatte o sono addirittura scomparse molte delle specie segetali legate ad esse e perfettamente adattate al loro ciclo biologico.
Alcune di queste specie, come il comune papavero (Papaver rhoeas) o la camomilla (Matricaria chamomilla), sono ancora abbastanza presenti, essendosi adattate a crescere in altri ambienti disturbati, quali incolti, muri, sterri e cumuli di terra. Altre specie si sono invece estinte o quasi. Infatti, di piante come il gittatione (Agrostemma githago), il fiordaliso (Centaurea cyanus), lo specchio di venere (Legousia speculum-veneris), la speronella (Consolida regalis), l'adonide (Adonis aestivalis), la damigella (Nigella arvensis) non si hanno quasi pił notizie, sebbene alcune di esse siano state osservate sporadicamente ancora pochi anni fa.
Negli elenchi floristici del secolo scorso erano regolarmente citate. Per Massara (1834) gittaione, fiordaliso e damigella erano "comunissimi fra la segale", mentre nella flora bormiese di Furrer e Longa (1915) erano elencate piante come Neslia paniculata, Vaccaria ispanica e Camelina alyssum, quest'ultima legata strettamente alla coltura del lino, delle quali oggi resta solo il ricordo.
Alcune di queste specie, come il comune papavero (Papaver rhoeas) o la camomilla (Matricaria chamomilla), sono ancora abbastanza presenti, essendosi adattate a crescere in altri ambienti disturbati, quali incolti, muri, sterri e cumuli di terra. Altre specie si sono invece estinte o quasi. Infatti, di piante come il gittatione (Agrostemma githago), il fiordaliso (Centaurea cyanus), lo specchio di venere (Legousia speculum-veneris), la speronella (Consolida regalis), l'adonide (Adonis aestivalis), la damigella (Nigella arvensis) non si hanno quasi pił notizie, sebbene alcune di esse siano state osservate sporadicamente ancora pochi anni fa.
Negli elenchi floristici del secolo scorso erano regolarmente citate. Per Massara (1834) gittaione, fiordaliso e damigella erano "comunissimi fra la segale", mentre nella flora bormiese di Furrer e Longa (1915) erano elencate piante come Neslia paniculata, Vaccaria ispanica e Camelina alyssum, quest'ultima legata strettamente alla coltura del lino, delle quali oggi resta solo il ricordo.