La vegetazione sinantropica in provincia di Sondrio
La ben nota piantaggine (Plantago major), pianta tenace delle massicciate e dei luoghi calpestati
© Museo Civico di Storia Naturale di Morbegno (Photo: R. Ferranti)
© Museo Civico di Storia Naturale di Morbegno (Photo: R. Ferranti)
Nei selciati e nelle pavimentazioni stradali il calpestio, la continua oscillazione nelle disponibilità idriche e nutritive e la scarsa ossigenazione del suolo, costipato dal cemento o dalle pietre, rappresentano fattori ambientali molto limitanti nei confronti dei vegetali.
Le piante che vi crescono mostrano varie forme di adattamento, affidandosi alle dimensioni contenute, al portamento prostrato o appressato al suolo, alla buona capacità rigenerativa, al rinforzo meccanico dei tessuti, col mantenimento, tuttavia, di una certa flessibilità che ne consente la resistenza allo schiacciamento.
Tra le specie più comuni di questi ambienti limite si possono citare Poa annua, Sagina procumbens, Plantago major, Polygonum arenastrum, Portulaca oleracea e il piccolo muschio Bryum argenteum, ai quali si sono aggiunte specie esotiche naturalizzate di introduzione più o meno recente come Euphorbia maculata, Juncus tenuis, Eleusine indica, Eragrostis minor.
Anche i vecchi muri non intonacati delle case sono habitat tipicamente urbani. Essi hanno una naturale continuità anche floristica con quelli in ambito agreste, eretti a lato delle strade campestri e al margine dei campi o a sostegno delle vigne. Le piante dei muri si possono insediare sia nelle cavità fra le pietre, dove acquisiscono i caratteri delle specie rupicole, sia nelle fessure alla base dei muri stessi, con fisionomia maggiormente simile a quello delle specie ruderali.
Fra le piante del primo gruppo vi sono Cymbalaria muralis, Parietaria diffusa, Sedum dasyphyllum, Asplenium trichomanes, A. ruta-muraria, A. septentrionale. Fra quelle che scelgono la base dei muri si possono citare Chelidonium majus, Sonchus asper, Sisymbrium officinale, Diplotaxis tenuifolia, Cynodon dactylon, Digitaria sanguinalis, Verbena officinalis, Setaria viridis.
Vi è, infine, tutta una categoria di ambienti dalle caratteristiche indefinibili o intermedie, ma sempre di origine direttamente o indirettamente antropica, nei quali la flora presente è ben poco caratteristica, ospitando popolamenti eterogenei di specie provenienti da situazioni ambientali differenti o non chiare. Due esempi possono essere i margini stradali e gli incolti.
Le piante che vi crescono mostrano varie forme di adattamento, affidandosi alle dimensioni contenute, al portamento prostrato o appressato al suolo, alla buona capacità rigenerativa, al rinforzo meccanico dei tessuti, col mantenimento, tuttavia, di una certa flessibilità che ne consente la resistenza allo schiacciamento.
Tra le specie più comuni di questi ambienti limite si possono citare Poa annua, Sagina procumbens, Plantago major, Polygonum arenastrum, Portulaca oleracea e il piccolo muschio Bryum argenteum, ai quali si sono aggiunte specie esotiche naturalizzate di introduzione più o meno recente come Euphorbia maculata, Juncus tenuis, Eleusine indica, Eragrostis minor.
Anche i vecchi muri non intonacati delle case sono habitat tipicamente urbani. Essi hanno una naturale continuità anche floristica con quelli in ambito agreste, eretti a lato delle strade campestri e al margine dei campi o a sostegno delle vigne. Le piante dei muri si possono insediare sia nelle cavità fra le pietre, dove acquisiscono i caratteri delle specie rupicole, sia nelle fessure alla base dei muri stessi, con fisionomia maggiormente simile a quello delle specie ruderali.
Fra le piante del primo gruppo vi sono Cymbalaria muralis, Parietaria diffusa, Sedum dasyphyllum, Asplenium trichomanes, A. ruta-muraria, A. septentrionale. Fra quelle che scelgono la base dei muri si possono citare Chelidonium majus, Sonchus asper, Sisymbrium officinale, Diplotaxis tenuifolia, Cynodon dactylon, Digitaria sanguinalis, Verbena officinalis, Setaria viridis.
Vi è, infine, tutta una categoria di ambienti dalle caratteristiche indefinibili o intermedie, ma sempre di origine direttamente o indirettamente antropica, nei quali la flora presente è ben poco caratteristica, ospitando popolamenti eterogenei di specie provenienti da situazioni ambientali differenti o non chiare. Due esempi possono essere i margini stradali e gli incolti.