La vegetazione sinantropica in provincia di Sondrio
Cardo spinosissimo (Cirsium spinosissimum), inconfondibile specie nitrofila dei pascoli alpini
© Museo Civico di Storia Naturale di Morbegno (Photo: R. Ferranti)
© Museo Civico di Storia Naturale di Morbegno (Photo: R. Ferranti)
E' un elemento del paesaggio abbastanza noto la monotona distesa delle grandi foglie e delle spighe ferruginee del romice alpino (Rumex alpinus), popolarmente noto in alcune parti della provincia di Sondrio come "lavazz" o "slavazz", che caratterizza quasi sempre l'area circostante gli alpeggi. Ad esso si accompagnano altre specie frequenti tra cui il senecio alpino (Senecio cordatus), il buon enrico (Chenopodium bonus-henricus), gli aconiti (Aconitum napellus, A. vulparia), il cirsio spinosissimo (Cirsium spinosissimum).
Il continuo riciclo delle sostanze azotate, prelevate dal suolo dalle piante e poi restituite con i loro resti vegetativi, fa sė che questa condizione ipersatura di composti nitrici ed ammoniacali sia difficile da smaltire e permanga molto a lungo nel suolo, anche dopo un eventuale abbandono dell'alpeggio. Ancora oggi, piccoli lembi di vegetazione nitrofila su stretti pianori o fra i pascoli alpini permettono di identificare gli antichi luoghi di abituale riposo del bestiame, anche quelli non pių utilizzati da molto tempo.
Il continuo riciclo delle sostanze azotate, prelevate dal suolo dalle piante e poi restituite con i loro resti vegetativi, fa sė che questa condizione ipersatura di composti nitrici ed ammoniacali sia difficile da smaltire e permanga molto a lungo nel suolo, anche dopo un eventuale abbandono dell'alpeggio. Ancora oggi, piccoli lembi di vegetazione nitrofila su stretti pianori o fra i pascoli alpini permettono di identificare gli antichi luoghi di abituale riposo del bestiame, anche quelli non pių utilizzati da molto tempo.