La vegetazione sinantropica in provincia di Sondrio
Campo di segale, esempio di coltura cerealicola
© Museo Civico di Storia Naturale di Morbegno (Photo: R. Ferranti)
© Museo Civico di Storia Naturale di Morbegno (Photo: R. Ferranti)
Le colture cerealicole
In provincia di Sondrio sono colture in netto regresso rispetto ai decenni passati, ad esclusione del mais, che è ancora coltivato diffusamente soprattutto nelle zone di fondovalle ove è più facile la meccanizzazione delle operazioni colturali.
Tra i cereali la preferenza è sempre stata data alla segale, più rustica e resistente al freddo, tanto da essere coltivata fino alla fascia boreale inferiore e oltre. Bassi (1890) ricorda che era coltivata anche a Livigno, sebbene spesso non arrivasse a maturazione. Il frumento, più delicato, era invece limitato a poche aree di fondovalle, con una produzione che probabilmente non arrivava a coprire le necessità locali. Ancora più limitate erano altre colture cerealicole quali orzo, miglio, panìco, tutte piante che entravano più che altro nell'economia e nell'alimentazione famigliare.
In provincia di Sondrio sono colture in netto regresso rispetto ai decenni passati, ad esclusione del mais, che è ancora coltivato diffusamente soprattutto nelle zone di fondovalle ove è più facile la meccanizzazione delle operazioni colturali.
Tra i cereali la preferenza è sempre stata data alla segale, più rustica e resistente al freddo, tanto da essere coltivata fino alla fascia boreale inferiore e oltre. Bassi (1890) ricorda che era coltivata anche a Livigno, sebbene spesso non arrivasse a maturazione. Il frumento, più delicato, era invece limitato a poche aree di fondovalle, con una produzione che probabilmente non arrivava a coprire le necessità locali. Ancora più limitate erano altre colture cerealicole quali orzo, miglio, panìco, tutte piante che entravano più che altro nell'economia e nell'alimentazione famigliare.