Le esplorazioni botaniche in provicia di Sondrio
Esteso popolamento di Sanguisorba valtellinsese (Sangiusorba dodecandra), la specie endemica delle Orobie valtellinesi scoperta da Massara
© Museo Civico di Storia Naturale di Morbegno (Photo: R. Ferranti)
© Museo Civico di Storia Naturale di Morbegno (Photo: R. Ferranti)
A Massara va il merito speciale della scoperta di due specie nuove, la sanguisorba valtellinese (Sanguisorba dodecandra Moretti) e la viola di Comolli (Viola comollia Massara), risultate poi entrambe entità endemiche della catena orobica. La prima specie, in particolare, fu oggetto di una vicenda spiacevole per il Massara: poco prima che quest'ultimo pubblicasse una nota descrittiva della pianta, con l'intenzione di denominarla Sanguisorba vallistellinae quale cortese omaggio alla terra che l'aveva adottato, il prof. Giuseppe Moretti, cattedratico dell'Università di Pavia, lo precedette e, pur non essendone stato il diretto scopritore, ne compilò la descrizione ufficiale (peraltro anche con qualche inesattezza) e la battezzò con il binomio con cui è nota ancora oggi.
Il Massara aveva inviato campioni della specie a diversi botanici oltre al Moretti, tra i quali Bertoloni a Bologna e Comolli a Como, per avere conferma della novità della propria scoperta. Non conosciamo le risposte salvo la testimonianza del Bertoloni, nel cui erbario si trova ancora il campione ricevuto con l?annotazione della volontà dello scopritore di dedicare la specie alla Valtellina.
Il Massara aveva inviato campioni della specie a diversi botanici oltre al Moretti, tra i quali Bertoloni a Bologna e Comolli a Como, per avere conferma della novità della propria scoperta. Non conosciamo le risposte salvo la testimonianza del Bertoloni, nel cui erbario si trova ancora il campione ricevuto con l?annotazione della volontà dello scopritore di dedicare la specie alla Valtellina.