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Le esplorazioni botaniche in provicia di Sondrio

Copertina del fascicolo 10 (ottobre 1885) del giornale di scienze naturali 'Il naturalista valtellinese' che venne pubblicato grazie a due giovani naturalisti: Mario Cermenati e Bruno Galli Valerio
Copertina del fascicolo 10 (ottobre 1885) del giornale di scienze naturali 'Il naturalista valtellinese' che venne pubblicato grazie a due giovani naturalisti: Mario Cermenati e Bruno Galli Valerio
© Museo Civico di Storia Naturale di Morbegno
Accanto ai personaggi di spicco già citati ne vanno aggiunti altri che compirono studi in questi anni e diedero il loro contributo, talora minimo, ma pur sempre utile. Tra gli italiani, ad esempio, è giusto segnalare Bruno Galli Valerio (1867-1843), ricordato soprattutto come alpinista, ma sempre con un occhio attento al mondo naturale, tanto da lasciare scritte varie osservazioni floristiche annotate durante le scalate e le escursioni effettuate in provincia e da venire coinvolto da Cermenati nel fallito progetto editoriale de "Il Naturalista Valtellinese". Il sacerdote Pietro Ronchetti, che proprio sulla medesima sfortunata rivista pubblicò un cospicuo elenco di specie osservate nell'area della Val Masino. G. Fabani, che erborizzò molto nell'alta Valle di San Giacomo. P. Pero, che si dedicò allo studio metodico dei laghi valtellinesi, delle popolazioni algali presenti in essi e delle piante che vivono sulle loro sponde. F. Facchini (1788-1852), autore di una Flora del Tirolo, con qualche citazione di specie per la Valtellina.

In tutti questi decenni non si interruppe nemmeno l'esplorazione degli svizzeri che, anche dopo il 1797, anno dell'ammissione della Valtellina e della Valchiavenna alla Repubblica Cisalpina di Napoleone, continuarono a scendere in queste valli, come fossero ancora territori di loro competenza. Oltre all'autorevole J. Gaudin, di cui si è già detto, ci furono i contributi di R. Buser, autore di uno studio sulle alchemille raccolte da Longa; il medico E. Cornaz, a lungo ospite dei Bagni di Bormio ed autore di vari scritti tra cui un altro sulle alchemille del Bormiese; H. Christ e H. Dingler, specialisti del genere Rosa, di cui studiarono i popolamenti del Bormiese. Anche E. Levier, A. Moritzi e J. Muret si occuparono marginalmente della flora valtellinese. Ad essi vanno aggiunti il tirolese Franz von Hausmann (1810-1878), che nei tre volumi della sua "Flora von Tirol" cita molte specie del Bormiese, e l'alpinista - botanico inglese John Ball (1818-1889), che riferì delle sue osservazioni botaniche nel territorio Bormiese, oltre che pubblicare uno scritto corposo, anche se piuttosto generico, sulla distribuzione delle piante nella regione alpina meridionale.
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