Le esplorazioni botaniche in provicia di Sondrio
Nella prima metà dell'Ottocento un altro botanico svizzero cercò di mettere in pratica fin da subito gli auspici di Haller. Si tratta di J. Gaudin (1766-1833), ecclesiastico di Nyon, autore di una monumentale "Flora Helvetica" in 7 volumi pubblicata fra il 1828 e il 1833. L'opera era più completa e aggiornata di quella di Haller ed anche più moderna, in quanto la classificazione delle specie si basava su quella elaborata da Linneo nella seconda metà del Settecento, sistema che aveva incontrato largo favore nel mondo scientifico.
Pochi anni prima, nel 1802, era stata pubblicata un'altra "Flora helvetica" in due volumi, ad opera di J.R. Suter, medico bernese, in cui compaiono riferimenti alla flora valtellinese. Tuttavia quest'opera, compilata soprattutto su dati forniti da altri, era ricca di inesattezze, tale per cui non ebbe granché fortuna. Viceversa, nel nuovo compendio della flora svizzera redatto da Gaudin, la Valtellina e la Valchiavenna vi appaiono in modo abbondante e le indicazioni sono da considerare attendibili, in quanto lo stesso Gaudin visitò di persona il territorio in almeno due occasioni, percorrendo le valli nella loro interezza, e poté quindi verificare molti reperti indicati dai suoi predecessori e aggiornarli con nuove osservazioni dirette.
Uno dei volumi, inoltre, viene redatto in forma di manuale guida per il botanico che volesse esplorare i territori elvetici. Infatti Gaudin vi elenca in ordine alfabetico tutte le località visitate ed esplorate da un punto di vista botanico fino ad allora e le specie più rare ed interessanti che vi si potevano trovare. Per la provincia di Sondrio e i territori limitrofi, in particolare, vengono citate le località Bernina, Bormio, Bregaglia, Cassana (Livigno - Val Federia), Castione, Chiavenna, Maloja, Morbegno, Bocca d'Adda (Nuova Olonio - Lago di Mezzola), Pozzo di Riva, Spluga, Trepalle, Umbrail.
Nonostante l'ampiezza del suo lavoro Gaudin riconosce che alcuni territori, e tra questi la Valtellina, attendono ancora di essere meglio conosciuti botanicamente ("Ditissima vallis Tellina Flora nondum satis innotuit").
Dovettero però arrivare i decenni successivi e il contributo (finalmente!) anche degli italiani, perché si potesse fare un primo, deciso passo in avanti.
Pochi anni prima, nel 1802, era stata pubblicata un'altra "Flora helvetica" in due volumi, ad opera di J.R. Suter, medico bernese, in cui compaiono riferimenti alla flora valtellinese. Tuttavia quest'opera, compilata soprattutto su dati forniti da altri, era ricca di inesattezze, tale per cui non ebbe granché fortuna. Viceversa, nel nuovo compendio della flora svizzera redatto da Gaudin, la Valtellina e la Valchiavenna vi appaiono in modo abbondante e le indicazioni sono da considerare attendibili, in quanto lo stesso Gaudin visitò di persona il territorio in almeno due occasioni, percorrendo le valli nella loro interezza, e poté quindi verificare molti reperti indicati dai suoi predecessori e aggiornarli con nuove osservazioni dirette.
Uno dei volumi, inoltre, viene redatto in forma di manuale guida per il botanico che volesse esplorare i territori elvetici. Infatti Gaudin vi elenca in ordine alfabetico tutte le località visitate ed esplorate da un punto di vista botanico fino ad allora e le specie più rare ed interessanti che vi si potevano trovare. Per la provincia di Sondrio e i territori limitrofi, in particolare, vengono citate le località Bernina, Bormio, Bregaglia, Cassana (Livigno - Val Federia), Castione, Chiavenna, Maloja, Morbegno, Bocca d'Adda (Nuova Olonio - Lago di Mezzola), Pozzo di Riva, Spluga, Trepalle, Umbrail.
Nonostante l'ampiezza del suo lavoro Gaudin riconosce che alcuni territori, e tra questi la Valtellina, attendono ancora di essere meglio conosciuti botanicamente ("Ditissima vallis Tellina Flora nondum satis innotuit").
Dovettero però arrivare i decenni successivi e il contributo (finalmente!) anche degli italiani, perché si potesse fare un primo, deciso passo in avanti.