La flora e la vegetazione delle praterie alpine
Festuceto a Festuca, dalla tipica struttura a gradinate determinata dalla dominanza dei cespi ispidi di questa graminacea
© Museo Civico di Storia Naturale di Morbegno (Photo: R. Ferranti)
© Museo Civico di Storia Naturale di Morbegno (Photo: R. Ferranti)
Sulla catena orobica e in tutto il restante territorio retico è invece largamente diffuso il festuceto a Festuca scabriculmis subsp. luedii, erba ispida e glaucescente conosciuta in provincia di Sondrio con i nomi dialettali di "vìsega" o "cèra".
Questo festuceto è un'associazione confinata al margine meridionale delle Alpi ed è tipica dei pendii ripidi e assolati, caldi e aridi. Sui versanti molto inclinati i grandi cespi di festuca sono disposti in file più o meno allineate, che determinano una classica struttura a balze o gradinate. I cespi coprono il suolo in modo uniforme, ma non sempre completamente, in conseguenza anche del disturbo operato dal bestiame al pascolo. Il suolo è acidificato e ricco di humus.
Sebbene di scarso valore foraggiero, questa prateria è stata da sempre oggetto di interesse da parte dell'uomo, che vi conduceva il bestiame al pascolo (soprattutto nei tratti meno ripidi) o vi operava lo sfalcio, in particolare nei punti di maggiore rigoglio (fieno selvaggio).
Questo festuceto è un'associazione confinata al margine meridionale delle Alpi ed è tipica dei pendii ripidi e assolati, caldi e aridi. Sui versanti molto inclinati i grandi cespi di festuca sono disposti in file più o meno allineate, che determinano una classica struttura a balze o gradinate. I cespi coprono il suolo in modo uniforme, ma non sempre completamente, in conseguenza anche del disturbo operato dal bestiame al pascolo. Il suolo è acidificato e ricco di humus.
Sebbene di scarso valore foraggiero, questa prateria è stata da sempre oggetto di interesse da parte dell'uomo, che vi conduceva il bestiame al pascolo (soprattutto nei tratti meno ripidi) o vi operava lo sfalcio, in particolare nei punti di maggiore rigoglio (fieno selvaggio).