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La flora e la vegetazione delle praterie alpine

Piccolo cespo in fiore di Carice Rigida (Carex Firma), la specie erbacea da cui prende nome il firmeto
Piccolo cespo in fiore di Carice Rigida (Carex Firma), la specie erbacea da cui prende nome il firmeto
© Museo Civico di Storia Naturale di Morbegno (Photo: R. Ferranti)
Anche nelle praterie alpine il ruolo primario rimane appannaggio delle erbe "graminoidi" (Graminacee e Ciperacee, più raramente Juncacee), che ne determinano la fisionomia generale.
Si tratta di piante organizzate in cespi o ciuffi, che tendono col tempo a confluire e a riunirsi fra loro, in grado di produrre anche lunghi ricacci, che ne permettono l'espansione in superficie, così da occupare ogni spazio disponibile e formare una cotica erbosa continua (zolle chiuse).

Se in apparenza queste comunità vegetali possono apparire tutte uguali, in realtà sono riconoscibili diversi tipi, che si distribuiscono in funzione delle caratteristiche del suolo e di fattori ecologici e climatici.
L'intervento antropico ha contribuito a determinare il quadro attuale. Il bisogno di erba da destinare al bestiame d'alpeggio ha sempre spinto gli allevatori non solo a far pascolare gli animali sulle praterie naturali d'altitudine, modificandone quindi le caratteristiche, ma anche a creare nuovi pascoli a quote inferiori, mediante la rimozione della copertura arborea e/o arbustiva. Ne deriva che oggi praterie naturali, seminaturali e secondarie sono fra loro intercalate e con transizioni graduali.

Nella fascia alpica i suoli sono generalmente poco profondi. Conseguentemente, l'influenza della composizione chimica del substrato roccioso è notevole, non solo per le associazioni pioniere, ma anche per le associazioni più stabili e strutturate quali sono le praterie.
Proprio nell'ambiente alpico furono descritte per la prima volta le differenze fra la vegetazione calcicola (o calcifila o basifila, cioè amante di suoli basici ricchi di calcio, derivanti da rocce calcareo-dolomitiche) e la vegetazione silicicola (o calcifuga o acidofila, cioè amante di suoli acidi poveri di calcio, derivanti da rocce silicee), una distinzione valida anche per le singole specie.

Non solo le associazioni vegetali che crescono su questi due tipi di substrati possiedono un numero molto limitato di specie in comune, ma sono noti anche numerosi casi di vicarianza edafica, cioè l'esistenza di due specie molto simili e strettamente imparentate, che vegetano su suoli con caratteristiche chimiche opposte e che quindi tendono ad escludersi a vicenda (ad esempio, il rododendro ferrugineo, silicicola, e il rododendro irsuto, calcicola).
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