La flora e la vegetazione delle praterie alpine
Firmeto; in primo piano piante di camedrio (Dryas Octopetala) in fiore
© Museo Civico di Storia Naturale di Morbegno (Photo: R. Ferranti)
© Museo Civico di Storia Naturale di Morbegno (Photo: R. Ferranti)
LE PRATERIE CALCIFILE
L'azione di consolidamento delle pietraie calcareo-dolomitiche al di sotto delle pareti rocciose, operata dalla vegetazione, porta in genere alla formazione di una cotica erbosa discontinua formata da zolle aperte in forma di piccoli tappeti o festoni che, pur mantenendo ancora una fisionomia da comunità pioniera, può essere considerata come una forma primitiva di prateria.
Il vero artefice di questa fase dinamica è probabilmente il camedrio (Dryas octopetala), i cui rami legnosi tappezzanti imbrigliano le pietre e creano piccole isole di vegetazione, nelle quali specie più esigenti sostituiscono progressivamente quelle pioniere. L'espansione graduale di questi piccoli popolamenti, la loro confluenza graduale fino alla formazione di una pseudo-prateria sono tuttavia possibili soltanto su detriti non eccessivamente grossolani né troppo mobili.
Il firmeto è il tipo di prateria che si sviluppa direttamente dalla stabilizzazione dei ghiaioni calcarei nell'ambito strettamente alpino, a quote raramente inferiori ai 2000 metri, e fino a 3000 metri.
Il firmeto è contraddistinto dalla presenza dei cuscinetti molto compatti della carice rigida (Carex firma), una specie dalle capacità pioniere appena inferiori a quelle del camedrio, ma altrettanto resistente al vento e al gelo e riconoscibile per le foglie rigide e coriacee disposte in dense rosette. Strettamente calcicola, la carice rigida richiede il diretto contatto delle radici con la roccia e vegeta quindi su suoli molto grezzi e a bassissimo contenuto di humus.
L'azione di consolidamento delle pietraie calcareo-dolomitiche al di sotto delle pareti rocciose, operata dalla vegetazione, porta in genere alla formazione di una cotica erbosa discontinua formata da zolle aperte in forma di piccoli tappeti o festoni che, pur mantenendo ancora una fisionomia da comunità pioniera, può essere considerata come una forma primitiva di prateria.
Il vero artefice di questa fase dinamica è probabilmente il camedrio (Dryas octopetala), i cui rami legnosi tappezzanti imbrigliano le pietre e creano piccole isole di vegetazione, nelle quali specie più esigenti sostituiscono progressivamente quelle pioniere. L'espansione graduale di questi piccoli popolamenti, la loro confluenza graduale fino alla formazione di una pseudo-prateria sono tuttavia possibili soltanto su detriti non eccessivamente grossolani né troppo mobili.
Il firmeto è il tipo di prateria che si sviluppa direttamente dalla stabilizzazione dei ghiaioni calcarei nell'ambito strettamente alpino, a quote raramente inferiori ai 2000 metri, e fino a 3000 metri.
Il firmeto è contraddistinto dalla presenza dei cuscinetti molto compatti della carice rigida (Carex firma), una specie dalle capacità pioniere appena inferiori a quelle del camedrio, ma altrettanto resistente al vento e al gelo e riconoscibile per le foglie rigide e coriacee disposte in dense rosette. Strettamente calcicola, la carice rigida richiede il diretto contatto delle radici con la roccia e vegeta quindi su suoli molto grezzi e a bassissimo contenuto di humus.