La flora e la vegetazione delle zone umide alpine
Il piano di Preda Rossa, un'ampia zona umida attraversata dai meandri del torrente che scende dal ghiacciaio omonimo, è un antico lago alpino ormai del tutto interrato
© Museo Civico di Storia Naturale di Morbegno (Photo: A. Pirola)
© Museo Civico di Storia Naturale di Morbegno (Photo: A. Pirola)
Tutti i laghi, per loro natura, sono destinati ad un graduale processo di interramento, che necessita tuttavia di tempi molto lunghi, tali da non essere misurabili con il metro della vita umana, ma evidenziabili solo attraverso testimonianze storiche e/o cartografiche.
La velocità di questo evento naturale dipende da molti fattori, alcuni dei quali lo contrastano (una profondità elevata del bacino), altri lo favoriscono (un consistente apporto di materiale detritico da parte degli immissari, superiore a quello scaricato dagli emissari).
Fra i fattori attivi nell'interramento c'è anche la vegetazione acquatica e perilacustre, che talvolta ne costituisce il fattore principale.
Infatti, queste comunità vegetali producono stagionalmente una quantità più o meno considerevole di materiale vegetativo, i cui resti morti tendono ad accumularsi sul fondale, che pertanto si solleva gradualmente.
La diminuzione della profondità del bacino offre in progressione nuovi spazi che, all'approssimarsi della loro emersione, vengono rapidamente colonizzati da altre piante. Si assiste così al graduale avanzamento, dalle rive verso il centro del lago, della vegetazione, costituita da comunità diverse che si associano e si sostituiscono con il procedere dell'interramento: quelle più acquatiche sempre in prima linea alla "conquista" del lago e quelle meno igrofile in posizione retrostante, dove il suolo si fa meno intriso e inondato.
Nei laghi alpini l'interramento è causato quasi esclusivamente dalle comunità perilacustri, mentre le piante acquatiche sono limitate a poche specie, radicate sul fondo di laghi poco profondi. Tra le specie acquatiche osservabili anche in alcuni laghi valtellinesi e valchiavennaschi vi sono Sparganium angustifolium e Ranunculus trichophyllus subsp. eradicatus.
La velocità di questo evento naturale dipende da molti fattori, alcuni dei quali lo contrastano (una profondità elevata del bacino), altri lo favoriscono (un consistente apporto di materiale detritico da parte degli immissari, superiore a quello scaricato dagli emissari).
Fra i fattori attivi nell'interramento c'è anche la vegetazione acquatica e perilacustre, che talvolta ne costituisce il fattore principale.
Infatti, queste comunità vegetali producono stagionalmente una quantità più o meno considerevole di materiale vegetativo, i cui resti morti tendono ad accumularsi sul fondale, che pertanto si solleva gradualmente.
La diminuzione della profondità del bacino offre in progressione nuovi spazi che, all'approssimarsi della loro emersione, vengono rapidamente colonizzati da altre piante. Si assiste così al graduale avanzamento, dalle rive verso il centro del lago, della vegetazione, costituita da comunità diverse che si associano e si sostituiscono con il procedere dell'interramento: quelle più acquatiche sempre in prima linea alla "conquista" del lago e quelle meno igrofile in posizione retrostante, dove il suolo si fa meno intriso e inondato.
Nei laghi alpini l'interramento è causato quasi esclusivamente dalle comunità perilacustri, mentre le piante acquatiche sono limitate a poche specie, radicate sul fondo di laghi poco profondi. Tra le specie acquatiche osservabili anche in alcuni laghi valtellinesi e valchiavennaschi vi sono Sparganium angustifolium e Ranunculus trichophyllus subsp. eradicatus.