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La flora e la vegetazione dei boschi di aghifoglie

Bosco misto di peccio e abete bianco
Bosco misto di peccio e abete bianco
© Museo Civico di Storia Naturale di Morbegno (Photo: R. Ferranti)
Aghifoglie è un termine di uso comune per indicare specie arboree con foglie strette, sottili e appuntite, simili ad aghi, e generalmente viene impiegato per le Conifere.
Questa terminologia è tuttavia grossolana e superficiale, perché la distinzione fra latifoglie ed aghifoglie è approssimativa e non utilizzabile per separare gruppi sistematici di piante. Infatti, anche fra le Conifere esistono vere "latifoglie" (ad esempio l'abete bianco, le cui foglie, ancorché strette e sottili, possiedono una lamina appiattita e con due facce ben distinte da un punto di vista morfo-anatomico), così come piante con vere foglie aghiformi sono presenti anche in altri gruppi (per esempio le eriche).

I boschi di aghifoglie si sviluppano in aree a clima freddo e su suoli mediamente ricchi di acqua.
La ricchezza di acqua nel suolo è determinata dalle temperature mediamente basse, che riducono l'evaporazione, e non dalle precipitazioni relativamente abbondanti (sulle Alpi in genere più di 1000 mm annui).

Nelle Alpi, questi boschi occupano la fascia boreale, che si estende al di sopra dei consorzi di latifoglie, dai 1000-1200 ai 2200 metri circa, dove si trova il limite superiore dei boschi.
La progressiva sostituzione delle latifoglie delle fasce altitudinali medioeuropea e subatlantica con le aghifoglie avviene poiché queste ultime sono meglio adattate ai rigori climatici (intensità del vento, frequenza delle gelate, durata dell'innevamento e brevità della stagione vegetativa), che si intensificano con l'aumentare dell'altitudine.
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