La flora e la vegetazione dei boschi di aghifoglie
Brughiera a rododendro ferrugineo (Rhododendron ferrugineum)
© Museo Civico di Storia Naturale di Morbegno (Photo: R. Ferranti)
© Museo Civico di Storia Naturale di Morbegno (Photo: R. Ferranti)
LE BRUGHIERE AD ARBUSTI NANI
Gli arbusti bassi e contorti, soprattutto di ericacee, che tappezzano il sottobosco dei boschi a larice e cembro, si spingono poi oltre il limite superiore di crescita degli alberi, dando origine ad una fascia di vegetazione arbustiva che risale i versanti fino a sfumare nelle praterie e alla base dei pendii detritici.
L'ampiezza e la fisionomia di questi arbusteti rispondono prima di tutto a fattori di natura topografica (esposizione, pendenza dei versanti), climatica ed edafica (tipo di substrato).
La distribuzione spaziale dei vari tipi di associazioni arbustive dà origine ad un mosaico vegetale che rispecchia le situazioni microclimatiche indotte dall'incidenza del vento, dall'accumulo di neve, dall'abbondanza di acqua, dal grado di soleggiamento. Ciò a differenza di quanto avviene per le associazioni forestali, che sono invece "determinate dal livello altitudinale", in quanto il microclima interno al bosco finisce per divenire più uniforme, qualunque siano le specie dominanti, e virtualmente indipendente dall'ambiente esterno.
Tuttavia, anche fattori di natura antropica hanno concorso a delineare l'aspetto e la diffusione attuale del paesaggio vegetale ad arbusti.
Se antichi disboscamenti hanno favorito l'espandersi degli arbusti, è pur vero che questi sono stati spesso eliminati per ampliare le superfici a pascolo. Inoltre, la regressione e l'abbandono delle attività d'alpeggio stanno determinando la progressiva ripresa della vegetazione arborea ed arbustiva. Il quadro attuale, dunque, è complesso. Se da una parte, infatti, una fascia arbustiva di transizione fra i boschi e le praterie alpine rientra nella naturale successione altitudinale della vegetazione, dall'altra è difficile stabilire la sua significatività, quanto estesa debba essere la sua area di competenza, a quale altitudine debba svilupparsi e quali tipi di rapporti debba instaurare con la vegetazione forestale da un lato e con quella marcatamente alpina dall'altro.
Gli arbusti bassi e contorti, soprattutto di ericacee, che tappezzano il sottobosco dei boschi a larice e cembro, si spingono poi oltre il limite superiore di crescita degli alberi, dando origine ad una fascia di vegetazione arbustiva che risale i versanti fino a sfumare nelle praterie e alla base dei pendii detritici.
L'ampiezza e la fisionomia di questi arbusteti rispondono prima di tutto a fattori di natura topografica (esposizione, pendenza dei versanti), climatica ed edafica (tipo di substrato).
La distribuzione spaziale dei vari tipi di associazioni arbustive dà origine ad un mosaico vegetale che rispecchia le situazioni microclimatiche indotte dall'incidenza del vento, dall'accumulo di neve, dall'abbondanza di acqua, dal grado di soleggiamento. Ciò a differenza di quanto avviene per le associazioni forestali, che sono invece "determinate dal livello altitudinale", in quanto il microclima interno al bosco finisce per divenire più uniforme, qualunque siano le specie dominanti, e virtualmente indipendente dall'ambiente esterno.
Tuttavia, anche fattori di natura antropica hanno concorso a delineare l'aspetto e la diffusione attuale del paesaggio vegetale ad arbusti.
Se antichi disboscamenti hanno favorito l'espandersi degli arbusti, è pur vero che questi sono stati spesso eliminati per ampliare le superfici a pascolo. Inoltre, la regressione e l'abbandono delle attività d'alpeggio stanno determinando la progressiva ripresa della vegetazione arborea ed arbustiva. Il quadro attuale, dunque, è complesso. Se da una parte, infatti, una fascia arbustiva di transizione fra i boschi e le praterie alpine rientra nella naturale successione altitudinale della vegetazione, dall'altra è difficile stabilire la sua significatività, quanto estesa debba essere la sua area di competenza, a quale altitudine debba svilupparsi e quali tipi di rapporti debba instaurare con la vegetazione forestale da un lato e con quella marcatamente alpina dall'altro.