La flora e la vegetazione dei boschi di aghifoglie
I piccoli fiori rosa della Loiseleuria procumbens, minuscolo arbusto strisciante noto con il nome popolare di "azalea nana"
© Museo Civico di Storia Naturale di Morbegno (Photo: R. Ferranti)
© Museo Civico di Storia Naturale di Morbegno (Photo: R. Ferranti)
La brughiera ad azalea nana è la tipica associazione dei dossi e dei crinali esposti e ventosi, non protetti dalla coltre nevosa nemmeno durante l'inverno e quindi soggetti al disseccamento estivo e al gelo invernale.
A queste condizioni estreme si adatta l'azalea nana (Loiseleuria procumbens), piccolo arbusto a spalliera, aderente al suolo e con una fitta rete di foglioline sempreverdi e minuscole come chicchi di riso. Di origine artica, questa specie tollera temperature invernali molto rigide (fino a - 60°C) ed è ben adattata contro l'eccessiva traspirazione indotta dal vento.
Nelle maglie dei rami striscianti dell'azalea nana si insedia una ricca comunità di licheni, che tendono a prevalere, in termini di quantità, col procedere in quota o in corrispondenza di condizioni-limite per le piante superiori.
Estremamente resistenti al vento e al disseccamento, questi licheni rappresentano una vera riserva idrica, molto funzionale d'estate, che deriva dalla loro capacità di assorbire e trattenere l'acqua proveniente dall'umidità atmosferica, dalle precipitazioni e dalla fusione della neve.
Benché sia stata descritta anche per i substrati calcarei, la brughiera ad azalea nana è in realtà un tipico elemento del paesaggio vegetale alpino su substrati poveri di calcio.
La forte selettività dell'ambiente riduce notevolmente il corteggio floristico, che comprende soprattutto licheni (Thamnolia vermicularis, Alectoria ochroleuca e varie specie dei generi Cladonia e Cetraria, fra cui Cetraria islandica e Cladonia rangiferina, noti rispettivamente come "lichene d'Islanda" e "lichene delle renne") e poche specie vascolari, quali Vaccinium gaultherioides, Juncus trifidus, Potentilla frigida, Huperzia selago, Diphasiastrum alpinum.
A queste condizioni estreme si adatta l'azalea nana (Loiseleuria procumbens), piccolo arbusto a spalliera, aderente al suolo e con una fitta rete di foglioline sempreverdi e minuscole come chicchi di riso. Di origine artica, questa specie tollera temperature invernali molto rigide (fino a - 60°C) ed è ben adattata contro l'eccessiva traspirazione indotta dal vento.
Nelle maglie dei rami striscianti dell'azalea nana si insedia una ricca comunità di licheni, che tendono a prevalere, in termini di quantità, col procedere in quota o in corrispondenza di condizioni-limite per le piante superiori.
Estremamente resistenti al vento e al disseccamento, questi licheni rappresentano una vera riserva idrica, molto funzionale d'estate, che deriva dalla loro capacità di assorbire e trattenere l'acqua proveniente dall'umidità atmosferica, dalle precipitazioni e dalla fusione della neve.
Benché sia stata descritta anche per i substrati calcarei, la brughiera ad azalea nana è in realtà un tipico elemento del paesaggio vegetale alpino su substrati poveri di calcio.
La forte selettività dell'ambiente riduce notevolmente il corteggio floristico, che comprende soprattutto licheni (Thamnolia vermicularis, Alectoria ochroleuca e varie specie dei generi Cladonia e Cetraria, fra cui Cetraria islandica e Cladonia rangiferina, noti rispettivamente come "lichene d'Islanda" e "lichene delle renne") e poche specie vascolari, quali Vaccinium gaultherioides, Juncus trifidus, Potentilla frigida, Huperzia selago, Diphasiastrum alpinum.