L’affascinante viaggio nel talco della Miniera Paola
Dimostrazione da parte di una guida dell'esecuzione di un foro con mazzetta e barramine
© Archivio Ecomuseo delle Miniere e della Val Germanasca (Photo: Borra)
© Archivio Ecomuseo delle Miniere e della Val Germanasca (Photo: Borra)
Sulla parete di gneiss sono rappresentati due degli svariati sistemi di volata (esplosione) impiegati in queste miniere.
In passato il minatore doveva scavare il foro a mano, con mazzetta e barra mina (i primi perforatori ad aria compressa arrivarono negli anni venti). In seguito puliva il foro con un utensile chiamato «sgüretto» e collocava la dinamite nel foro collegandola con una miccia (le micce erano di lunghezza diversa per garantire un'esplosione sequenziale).
Per completare il tutto si eseguiva il "borraggio", inserendo nei fori da mina un tappo di carta (realizzato pressando la carta con un bastone) in modo da chiuderlo ermeticamente ed evitare che il fumo si espandesse.
In passato il minatore doveva scavare il foro a mano, con mazzetta e barra mina (i primi perforatori ad aria compressa arrivarono negli anni venti). In seguito puliva il foro con un utensile chiamato «sgüretto» e collocava la dinamite nel foro collegandola con una miccia (le micce erano di lunghezza diversa per garantire un'esplosione sequenziale).
Per completare il tutto si eseguiva il "borraggio", inserendo nei fori da mina un tappo di carta (realizzato pressando la carta con un bastone) in modo da chiuderlo ermeticamente ed evitare che il fumo si espandesse.