L’affascinante viaggio nel talco della Miniera Paola
Lo stipendio di un minatore era molto basso e per questo al lavoro in miniera era affiancato quello in campagna. Donne e bambini contribuivano al reddito familiare prestando la propria opera per il trasporto del talco, che veniva trascinato su slitte o portato a spalla con le gerle.
I minatori valligiani sceglievano questo tipo di vita nonostante le difficoltà e l'estrema fatica perché si rifiutavano di abbandonare le proprie terre: questa infatti era una delle poche attività che consentisse loro di rimanere in valle. Inoltre la maggior parte di essi era valdese e riteneva che il lavoro in fabbrica privasse l'individuo della propria identità, riducendolo ad un semplice numero.
In passato dovettero affrontare numerose lotte, persecuzioni e privazioni per aver riconosciuti i diritti civili (nel 1848) ed in seguito la libertà di professare la propria religione (1948).
I minatori valligiani sceglievano questo tipo di vita nonostante le difficoltà e l'estrema fatica perché si rifiutavano di abbandonare le proprie terre: questa infatti era una delle poche attività che consentisse loro di rimanere in valle. Inoltre la maggior parte di essi era valdese e riteneva che il lavoro in fabbrica privasse l'individuo della propria identità, riducendolo ad un semplice numero.
In passato dovettero affrontare numerose lotte, persecuzioni e privazioni per aver riconosciuti i diritti civili (nel 1848) ed in seguito la libertà di professare la propria religione (1948).