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Una giornata del piccolo Giambattista

Museo etnografico Alta Valle Brembana a Valtorta, sede museale nella Casa del Pretore di Venezia, ricostruzione della cucina tipica delle antiche cascine di Valtorta, dettaglio del focolare
Museo etnografico Alta Valle Brembana a Valtorta, sede museale nella Casa del Pretore di Venezia, ricostruzione della cucina tipica delle antiche cascine di Valtorta, dettaglio del focolare
© Andrea Pandolfi (Photo: Andrea Pandolfi)
La mia giornata comincia alle cinque del mattino, quando facciamo colazione nella cucina. I grandi sono giā in piedi e ci portano il latte che hanno munto nella stalla. Di solito mangiamo polente e latte e qualche volta, se abbiamo molta fame, la mamma ci dā anche del formaggio. Per mangiare ci inginocchiamo tutti intorno al forlā (fuoco). A pranzo e a cena ancora c'č sempre il parül (paiolo) con la polenta e il fiuri' (formaggio liquido ottenuto dal siero del latte). A volte si mangia anche della carne, ma solo quando mio padre riesce a prendere una volpe, un corvo o qualche altro animale. Non sempre la carne č buona, anzi qualche volta č cattivissima, ma guai a protestare, e poi ti aiuta a sentire meno il freddo. Ogni tanto il papā ci porta con lui a caccia o a mettere le trappole e per noi č un momento di grande eccitazione. Ci costruiamo delle fionde o degli archi con le frecce e cerchiamo di prendere qualche cosa anche noi, anche se con scarsi risultati. Una volta ho avvistato una lepre e ho gridato a mio padre di spararle. Un istante dopo, lui mi guardava truce dal suo appostamento, con il fucile puntato dove prima c'era la lepre. Per un momento ho pensato che volesse sparare a me. Da allora per molti mesi sono andato solamente a caccia di lucertole.
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