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I protagonisti del lavoro in miniera

Lo studio e la fluttuazione del minerale in laboratorio
Lo studio e la fluttuazione del minerale in laboratorio
© Museo Etnografico dell'Alta Valle Seriana

"Ol caporàl"

Ai lavori di una zona, dove erano impegnate più compagnie, sovrintendeva il "caporàl". Esso era promosso sul campo. Non contava il pezzo di carta ma l'esperienza.
Giornalmente doveva fare il giro sui vari fronti delle gallerie per sorvegliarne la coltivazione, controllare la quantità e la quantità del minerale estratto, sentire i problemi dei minatori, provvedere a dare gli ordini necessari per un miglior andamento dei lavori, tenere i contatti con il perito e la direzione.
L'esperienza acquisita sul fronte della miniera dava prestigio e credibilità al "caporàl".
Tra i capi ed i minatori vi sono sempre stati maggior affiatamento e familiarità, per il comune attaccamento alla miniera, che non in altri settori. Basti ricordare che il geologo, figura basilare per una miniera, veniva affettuosamente chiamato "dutùr di piòch", dottore dei sassi.

"Ol foghì"

Carico della cassa piena di "padrune" (candelotti di dinamite), di "càssoe" (detonatori) e di "nécie" (micce), il "foghì" girava da un cantiere all'altro. Delle volte provvedeva anche a caricare a far brillare le mine, ma generalmente per questo ci pensavano i minatori.
Da un giusto dosaggio delle cariche, da una diversa e calcolata lunghezza delle micce e dallo scoppio cadenzato dipendeva il buon risultato della "volata", brillamento delle mine.
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