Alla scoperta del Museo Mineralogico di Oltre il Colle
Minatore in posizione di lavoro con servosostegno - miniera in Valle Vedra (1965)
© Comune di Oltre il Colle
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In alternativa, le fratture venivano riempite con calce viva che, inumidita, contribuiva ad approfondirle ed espanderle. Un altro metodo prevedeva l'inserimento nelle fratture di cunei di legno secco che, una volta bagnato, si espandeva forzando la frattura e causando il distacco di blocchi di roccia.
Una vecchia tecnica prevedeva l'accumulo sul fronte di scavo di una catasta di legna cui veniva appiccato il fuoco. La roccia surriscaldata veniva poi raffreddata velocemente mediante getti d'acqua. Ciò determinava la formazione di numerose fessure che rendevano più facile lo scavo. Questo metodo aveva il difetto di provocare il riempimento delle gallerie da parte del fumo dovuto alla combustione della legna.
Alla fine del XVI secolo venne introdotto l'uso della polvere da sparo, che rivoluzionò e rese molto più veloci, anche se non meno pericolosi, i lavori di scavo. Una delle operazioni più rischiose era sicuramente il posizionamento delle mine.
Una vecchia tecnica prevedeva l'accumulo sul fronte di scavo di una catasta di legna cui veniva appiccato il fuoco. La roccia surriscaldata veniva poi raffreddata velocemente mediante getti d'acqua. Ciò determinava la formazione di numerose fessure che rendevano più facile lo scavo. Questo metodo aveva il difetto di provocare il riempimento delle gallerie da parte del fumo dovuto alla combustione della legna.
Alla fine del XVI secolo venne introdotto l'uso della polvere da sparo, che rivoluzionò e rese molto più veloci, anche se non meno pericolosi, i lavori di scavo. Una delle operazioni più rischiose era sicuramente il posizionamento delle mine.