Le attività minerarie nel territorio di Massa Marittima
Dal periodo barbarico a tutto l'Alto Medioevo non si conoscono testimonianze materiali e scritte di uno sfruttamento delle miniere: la ripresa dei secoli centrali del Medioevo è documentata da una bolla, datata 1066, in cui papa Alessandro II concede in perpetuo al vescovo populoniense ed a tutti i suoi successori lo sfruttamento dei metalli della diocesi. Ciò lascia supporre che anche lo sfruttamento minerario del Massetano sia ripreso (non si sa in quale forma ed entità) per volere degli stessi vescovi, almeno dalla seconda metà del XII secolo. È infatti del 1194 un diploma dell'imperatore Enrico VI, nel quale viene riconosciuta al vescovo e ai suoi successori la piena giurisdizione sulla città di Massa e sue pertinenze e gli viene concessa in feudo la rocca di Monteregio, antica residenza vescovile. Tra i beni dell'episcopato erano sicuramente compresi sia quelli del suolo che quelli del sottosuolo.