Tra religione e mito nell’antica Cina
Dragone, Cina, XVIII Sec.
© La Galliavola Arte Orientale - Archivio Whitelight (Photo: Livio Bourbon)
© La Galliavola Arte Orientale - Archivio Whitelight (Photo: Livio Bourbon)
Testa di cammello, corna di cervo, occhi di lepre, squame di pesce, artigli d'aquila, zampe di tigre, orecchie di toro e baffi di gatto: chi si nasconde dietro ad un aspetto tanto soprannaturale? Il Dragone, colui che può diventare piccolo come un baco o tanto grande da oscurare il mondo intero.
Esistono tre tipi di Dragoni: il primo vive nei cieli tra le nubi portatrici di pioggia; il secondo, il più potente, si nasconde nell'oceano e il terzo si aggira tra paludi e caverne.
Diversamente dall'Europa, in Cina questo animale era considerato una creatura benefica e di buon augurio, colui che annunciava la pioggia e distribuiva la fertilità; era inoltre l'emblema dell'imperatore, detto appunto "Figlio del Cielo" o "Volto di Drago".
Gli artisti lo raffigurano spesso con una perla infiammata, alcuni sostengono che richiamasse i fulmini, altri dicono che sia il simbolo del sole, o perfino l'uovo cosmico che contiene tutta l'energia umana condensata.
Esistono tre tipi di Dragoni: il primo vive nei cieli tra le nubi portatrici di pioggia; il secondo, il più potente, si nasconde nell'oceano e il terzo si aggira tra paludi e caverne.
Diversamente dall'Europa, in Cina questo animale era considerato una creatura benefica e di buon augurio, colui che annunciava la pioggia e distribuiva la fertilità; era inoltre l'emblema dell'imperatore, detto appunto "Figlio del Cielo" o "Volto di Drago".
Gli artisti lo raffigurano spesso con una perla infiammata, alcuni sostengono che richiamasse i fulmini, altri dicono che sia il simbolo del sole, o perfino l'uovo cosmico che contiene tutta l'energia umana condensata.