Tra religione e mito nell’antica Cina
Si narra che un giorno il dio della misericordia Avalokiteswara pianse così tanto per le disgrazie di un povero uomo che si formò un lago di lacrime, da queste acque germogliò uno splendido fiore di loto. Quando il fiore sbocciò tra i petali comparve la dea Tara, sua moglie.
Per questo motivo la Tara viene rappresentata seduta su di un trono a forma di corolla di fiore, con le gambe incrociate nella posizione detta del "loto".
Questa dea può comparire in ventuno forme diverse per rappresentare la saggezza e la grazia.
La "Tara bianca" è una delle forme più venerate dai buddhisti; si riconosce per la presenza di sette occhi che le servono per vedere tutte le persone bisognose di aiuto in tutte le parti del mondo.
Per questo motivo la Tara viene rappresentata seduta su di un trono a forma di corolla di fiore, con le gambe incrociate nella posizione detta del "loto".
Questa dea può comparire in ventuno forme diverse per rappresentare la saggezza e la grazia.
La "Tara bianca" è una delle forme più venerate dai buddhisti; si riconosce per la presenza di sette occhi che le servono per vedere tutte le persone bisognose di aiuto in tutte le parti del mondo.