Tra religione e mito nell’antica Cina
Shoulao era un vecchio dalla lunga barba bianca e dal grande cranio raso, due caratteristiche che testimoniano la saggezza degli anziani. Era sorridente e benevolo con tutti i suoi devoti e portava sempre con sé una pesca, simbolo dell'immortalità: infatti era considerato il dio della longevità, colui che decideva fin dalla nascita di ogni uomo quando sarebbe stato il suo ultimo giorno.
I taoisti veneravano anche gli "Otto Immortali" perché pensavano che possedessero l'elisir capace di donare la vita eterna, si diceva che queste divinità avessero il potere di trasformare gli oggetti in oro, di far sbocciare i fiori, di diventare invisibili e di resuscitare i morti.
Sulla lunga tunica verde che indossa Shulao possiamo notare le iscrizioni in nero a caratteri cinesi che significano "shou", ovvero vita eterna.
I taoisti veneravano anche gli "Otto Immortali" perché pensavano che possedessero l'elisir capace di donare la vita eterna, si diceva che queste divinità avessero il potere di trasformare gli oggetti in oro, di far sbocciare i fiori, di diventare invisibili e di resuscitare i morti.
Sulla lunga tunica verde che indossa Shulao possiamo notare le iscrizioni in nero a caratteri cinesi che significano "shou", ovvero vita eterna.