Bei gani? Quanto costa? Il mercato in Africa
Particolare del mercato permanente dei tessuti e delle calzature a Dar es Salaam
© Museo e Villaggio Africano (Photo: Andrea Brollo)
© Museo e Villaggio Africano (Photo: Andrea Brollo)
DALLA CARITÁ ALLA VENDITA
Ogni mercato presenta degli spazi di vendita di abiti e calzature usate di foggia occidentale. Arrivati con i container della carità internazionale in occasione di terremoti, alluvioni, carestie, grandi calamità naturali, sono poi entrati nei circuiti della compravendita, passando dalle città ai villaggi attraverso grossisti e dettaglianti, spesso con la complicità di politici corrotti.
Capita così di trovare giacconi invernali, abiti da sposa e completi uomo in lana, più adatti ai climi continentali che al sole torrido dell'equatore, pantaloni e scarpe sportive da teenagers, magliette delle star del calcio o del basket americano. Artigiani, dotati di vecchie macchine da cucire Singer, lavorano sotto le tettoie per adattare ai gusti locali gli abiti, ricercati per i prezzi vantaggiosi rispetto ai negozi e per il loro valore simbolico.
Solitamente questo è il settore meno frequentato del mercato; lo si raggiunge soprattutto per farsi un'idea delle molte fogge di un vestito e della novità offerte dalla "moda" occidentale. Guardare, rovistare nei mucchi di vestiti stesi al suolo, confrontare e buttare all'aria sono i gesti più frequenti, comportamenti simili a quelli dello shopping, dove ciò che conta non è l'acquisto ma quanto si è visto.
Ogni mercato presenta degli spazi di vendita di abiti e calzature usate di foggia occidentale. Arrivati con i container della carità internazionale in occasione di terremoti, alluvioni, carestie, grandi calamità naturali, sono poi entrati nei circuiti della compravendita, passando dalle città ai villaggi attraverso grossisti e dettaglianti, spesso con la complicità di politici corrotti.
Capita così di trovare giacconi invernali, abiti da sposa e completi uomo in lana, più adatti ai climi continentali che al sole torrido dell'equatore, pantaloni e scarpe sportive da teenagers, magliette delle star del calcio o del basket americano. Artigiani, dotati di vecchie macchine da cucire Singer, lavorano sotto le tettoie per adattare ai gusti locali gli abiti, ricercati per i prezzi vantaggiosi rispetto ai negozi e per il loro valore simbolico.
Solitamente questo è il settore meno frequentato del mercato; lo si raggiunge soprattutto per farsi un'idea delle molte fogge di un vestito e della novità offerte dalla "moda" occidentale. Guardare, rovistare nei mucchi di vestiti stesi al suolo, confrontare e buttare all'aria sono i gesti più frequenti, comportamenti simili a quelli dello shopping, dove ciò che conta non è l'acquisto ma quanto si è visto.