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Ritratti e autoritratti di artisti nelle civiche raccolte d’arte di Monza
Ecco l'autoritratto di un singolare pittore monzese, poco conosciuto e tuttavia talentoso. Il Castelli non fu pittore di professione: aveva un'avviata attivitą commerciale di decorazioni murali, la pittura di cavalletto era solo la sua seconda attivitą, anche se era la sua vera passione.
Forse per questo la sua opera ebbe minor risonanza rispetto agli artisti coevi della cerchia monzese. Non ricevette molte commissioni di ritratti e di converso dipinse molti autoritratti.
Il pittore e critico d'arte Ugo Galetti, mantovano di nascita ma monzese di adozione, nei suoi "Ricordi Monzesi" dice di lui:
"Castelli era un 'artista industriale' pił che un 'industriale artista'; un volitivo che non concedeva tempo ai sogni: conduceva la sua impresa con senso realistico, ma rimaneva un artista in cerca di uno spiraglio per potersi tuffare nella sua grande passione, la pittura. Di fatti quando tale spiraglio si presentava, diventava un altro uomo: messi in sordina gli assilli di carattere commerciale, il suo animo si abbandonava ai colori.", e ancora il Galetti: "...soffriva che lo si ignorasse come pittore, conoscendo le proprie doti: soffriva soprattutto perchč sull'altra sponda del Lambro, quasi di fronte alla sua casa, un altro pittore, il Parma, aveva continue commissioni di ritratti...".
Forse per questo la sua opera ebbe minor risonanza rispetto agli artisti coevi della cerchia monzese. Non ricevette molte commissioni di ritratti e di converso dipinse molti autoritratti.
Il pittore e critico d'arte Ugo Galetti, mantovano di nascita ma monzese di adozione, nei suoi "Ricordi Monzesi" dice di lui:
"Castelli era un 'artista industriale' pił che un 'industriale artista'; un volitivo che non concedeva tempo ai sogni: conduceva la sua impresa con senso realistico, ma rimaneva un artista in cerca di uno spiraglio per potersi tuffare nella sua grande passione, la pittura. Di fatti quando tale spiraglio si presentava, diventava un altro uomo: messi in sordina gli assilli di carattere commerciale, il suo animo si abbandonava ai colori.", e ancora il Galetti: "...soffriva che lo si ignorasse come pittore, conoscendo le proprie doti: soffriva soprattutto perchč sull'altra sponda del Lambro, quasi di fronte alla sua casa, un altro pittore, il Parma, aveva continue commissioni di ritratti...".