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Memorie del Parco nel bicentenario della nascita

Assasinio di Umberto I
Assasinio di Umberto I
© Museo Civico "Carlo Verri" di Biassono
La tragica fine del re Umberto I, assassinato il 29 luglio 1900 in Monza, segnò una svolta nel destino del Parco.

La Villa Reale e il Parco passarono al figlio Vittorio Emanuele III che, a differenza del padre, non amava questa località. Anche il ricordo del regicidio allontanò i Savoia da Monza.

Con Regio Decreto del 3 ottobre 1919 si stabilì che "il Parco di Monza e le sue dipendenze ad eccezione della parte annessa al Palazzo Reale e la Villa Mirabellino vengono ceduti all'O.N.C.".

L'Opera Nazionale Combattenti era un ente di carità per i reduci della prima guerra mondiale. Con questo atto si otteneva un duplice risultato: si eliminava il problema finanziario del Parco e si faceva una donazione a un'opera benefica.

L'associazione degli ex combattenti purtroppo non vide in questa elargizione un servizio ma soltanto un dono oneroso e passivo. Si cercarono quindi soluzioni per fare cassa e in quegli anni vennero redatti molti progetti per lo sfruttamento dell'area.
La vicenda si concluse con lo smembramento del Parco che venne affittato a varie società che costruirono i loro esclusivi impianti.

La SIAS (Società Incremento Automobilismo e Sport) costruì l'autodromo nei territori di Biassono e Vedano. La SIRE (Società Incremento Razze Equine) costruì l'ippodromo. La Società per il Golf costruì il suo grande impianto.
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