La Val di Scalve: vita, lavoro, emigrazione
A una dimensione più consueta e per tanti versi rassicurante della vita domestica ci riportano gli oggetti legati all'attività tradizionalmente assegnata alle donne, il cucito e il ricamo.
Tra questi oggetti spicca un corpetto da sposa che risale al 1876. I ricami di seta testimoniano l'abilità delle donne, che sin dall'età di dieci-dodici anni si impratichivano nel cucito e nel ricamo. Sopra il corpetto, la sposa indossava un foulard di lana dai colori vistosi, le cui punte, incrociate sul petto, venivano inserite nella gonna a pieghe, lunga sino alla caviglia. Alla gonna si sovrapponeva un grembiule nero di seta, mentre il capo era coperto da un ampio scialle nero-sempre di seta - con lunghe frange.
L'abito nuziale veniva donato dal marito, insieme all'anello e a un paio di orecchini: allo sposo e al testimone la sposa regalava una camicia bianca, da indossare il giorno del matrimonio. Al sacerdote che celebrava il rito veniva regalato un fazzoletto di lino. Tra gli oggetti che richiamano la cura dell'infanziavi è una culla di legno.
I giocattoli dei bambini sono ancora una volta prodotti "autarchicamente". Le immagini fotografiche di questa sezione ci ricordano però che il gioco non è l'attività prevalente dei bambini, impegnati a loro volta nel lavoro: dalla raccolta della legnaal lavoro in miniera. Anche queste immagini, dunque, ci riportano a riflettere sulla continua presenza dell'economia familiare, che va oltre le mura di casa e le cure domestiche, innestandosi costantemente nelle attività produttive della valle, a prevalente occupazione stagionale.
Si può capire perché questo quadro può oggi suscitare nostalgia, ma è una proiezione deformante dal punto di vista storico, che snatura la stessa conservazione della memoria collettiva: questo equilibrio non è mai stato un idillio, ma una dura, inesorabile necessità.
Tra questi oggetti spicca un corpetto da sposa che risale al 1876. I ricami di seta testimoniano l'abilità delle donne, che sin dall'età di dieci-dodici anni si impratichivano nel cucito e nel ricamo. Sopra il corpetto, la sposa indossava un foulard di lana dai colori vistosi, le cui punte, incrociate sul petto, venivano inserite nella gonna a pieghe, lunga sino alla caviglia. Alla gonna si sovrapponeva un grembiule nero di seta, mentre il capo era coperto da un ampio scialle nero-sempre di seta - con lunghe frange.
L'abito nuziale veniva donato dal marito, insieme all'anello e a un paio di orecchini: allo sposo e al testimone la sposa regalava una camicia bianca, da indossare il giorno del matrimonio. Al sacerdote che celebrava il rito veniva regalato un fazzoletto di lino. Tra gli oggetti che richiamano la cura dell'infanziavi è una culla di legno.
I giocattoli dei bambini sono ancora una volta prodotti "autarchicamente". Le immagini fotografiche di questa sezione ci ricordano però che il gioco non è l'attività prevalente dei bambini, impegnati a loro volta nel lavoro: dalla raccolta della legnaal lavoro in miniera. Anche queste immagini, dunque, ci riportano a riflettere sulla continua presenza dell'economia familiare, che va oltre le mura di casa e le cure domestiche, innestandosi costantemente nelle attività produttive della valle, a prevalente occupazione stagionale.
Si può capire perché questo quadro può oggi suscitare nostalgia, ma è una proiezione deformante dal punto di vista storico, che snatura la stessa conservazione della memoria collettiva: questo equilibrio non è mai stato un idillio, ma una dura, inesorabile necessità.