Monza racconta il cappello
Carta topografica del 1980 con l'indicazione dei cappellifici allora esistenti
© Museo Etnologico Monza e Brianza
© Museo Etnologico Monza e Brianza
Dopo il periodo di massima espansione negli anni '30 cominciò la recessione. La moda del cappello da donna si esauriva, l'automobile e la moto riducevano sempre più l'uso del cappello da uomo. Molte imprese chiusero i battenti.
Il Giappone da importatore divenne esportatore, invadendo con i suoi prodotti Oriente e Medio Oriente. In Sud Africa sorsero fabbriche di feltri e cappelli, così anche in Europa ed in America Centrale.
A Monza, negli anni '80 sopravvivevano imprenditori artigiani dediti all'appropriaggio (lavorazione conto terzi) e al finissaggio dei cappelli (fodere, marocchini e passamaneria).
Il Giappone da importatore divenne esportatore, invadendo con i suoi prodotti Oriente e Medio Oriente. In Sud Africa sorsero fabbriche di feltri e cappelli, così anche in Europa ed in America Centrale.
A Monza, negli anni '80 sopravvivevano imprenditori artigiani dediti all'appropriaggio (lavorazione conto terzi) e al finissaggio dei cappelli (fodere, marocchini e passamaneria).