Le lucerne antiche
Alcune lucerne esposte al Museo C. Verri di Biassono
© Museo Civico "Carlo Verri" di Biassono (Photo: Leopoldo Pozzi)
© Museo Civico "Carlo Verri" di Biassono (Photo: Leopoldo Pozzi)
IL COMBUSTIBILE E LO STOPPINO
Per quanto concerne il combustibile, è noto l'uso dell'olio di oliva, ma è presumibile l'utilizzazione di altri olii, ad esempio di noce, di sesamo, di ricino o di pesce e probabilmente di olii minerali, già conosciuti nel periodo antico, e di grassi animali.
Come stoppino, o lucignolo, erano utilizzati vari materiali fibrosi intrecciati che avevano una struttura tale da assorbire il combustibile e condurlo per capillarità sino alla fiamma che lo bruciava.
Il più famoso lucignolo - prezioso ed impiegato nelle lampade dei templi - era formato da fibre di amianto.
Il nome dato a questa fibra era asbèsto [dal latino asbestos "inestinguibile"] perché aveva la caratteristica di resistere eccezionalmente al fuoco e quindi di non consumarsi.
Lo stoppino fabbricato con questa fibra minerale era praticamente eterno.
Per quanto concerne il combustibile, è noto l'uso dell'olio di oliva, ma è presumibile l'utilizzazione di altri olii, ad esempio di noce, di sesamo, di ricino o di pesce e probabilmente di olii minerali, già conosciuti nel periodo antico, e di grassi animali.
Come stoppino, o lucignolo, erano utilizzati vari materiali fibrosi intrecciati che avevano una struttura tale da assorbire il combustibile e condurlo per capillarità sino alla fiamma che lo bruciava.
Il più famoso lucignolo - prezioso ed impiegato nelle lampade dei templi - era formato da fibre di amianto.
Il nome dato a questa fibra era asbèsto [dal latino asbestos "inestinguibile"] perché aveva la caratteristica di resistere eccezionalmente al fuoco e quindi di non consumarsi.
Lo stoppino fabbricato con questa fibra minerale era praticamente eterno.