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I cavi Pirelli dal telegrafo ai superconduttori

Luigi Emanueli e Alberto Pirelli nello stabilimento di La Spezia
Luigi Emanueli e Alberto Pirelli nello stabilimento di La Spezia
© Archivio Storico Pirelli
Nel 1907, subito dopo la laurea conseguita al Politecnico di Milano, entra a far parte dello staff tecnico della Pirelli l'ing. Luigi Emanueli, che come vedremo rivestirà un ruolo fondamentale nella storia dei cavi.

Emanueli è fermamente convinto che il progresso dell'industria dei cavi possa essere conseguito solo con la ricerca teorica e sperimentale. E' del 1907 la sua prima pubblicazione - aveva allora ventiquattro anni - sulla misura delle perdite dielettriche di un condensatore, e a pochi anni dopo risale l'invenzione di uno strumento, l'"elettrodinamometro", per misurare le perdite dei dielettrici con angoli di perdita molto piccoli.

Proprio usando questo strumento Emanueli comprende che la causa principale della dissipazione di energia e della perforazione in esercizio dei cavi isolati con nastri di carta imbevuta di miscele oleose, è la ionizzazione (con scariche parziali) dei veli d'aria o altri gas occlusi nel dielettrico.

La scoperta di questo fenomeno è utilizzata per introdurre miglioramenti che permettono di aumentare la distanza di trasmissione dei cavi telefonici di allora; e ancora essa è alla base delle ricerche che daranno luogo, tra il 1917 e il 1924, allo sviluppo di una nuova famiglia di cavi per il trasporto di energia, quelli "a olio fluido" (OF).
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