Antonio e gli orsi
Interno del Museo: in primo piano un carretto utilizzato per gli spostamenti e gli spettacoli dei girovaghi
© Archivio Maria Teresa Alpi
© Archivio Maria Teresa Alpi
Stanco di rimanere sempre al campo a far la guardia e di non partecipare agli spettacoli, Antonio approfittò del passaggio di una compagnia del suo paese, il circo Cavanna, e se ne andò con loro in Spagna.
Dato che di lui i fratelli non seppero più nulla, decisero di dire alla madre che Antonio era stato ucciso da un branco di lupi mentre attraversavano un bosco in Germania. Mentre nel suo paese veniva addirittura celebrato il funerale, Antonio stava benissimo e lavorava giorno e notte fino a diventare un bravissimo "orsante".
Nel 1875 il circo tornò a Compiano, quando ormai Antonio aveva 18 anni. Il ragazzo andò a bussare alla porta della madre che lo riconobbe solo grazie ad una cicatrice sulla testa che si era fatto cadendo da bambino.
Tornato quindi a casa riprese a lavorare nella compagnia dei fratelli, fino al 1888.
In quell'anno il signor Bernabò, padre di Antonio, morì e lasciò in eredità 25.000 lire a ciascuno dei figli.
Dato che di lui i fratelli non seppero più nulla, decisero di dire alla madre che Antonio era stato ucciso da un branco di lupi mentre attraversavano un bosco in Germania. Mentre nel suo paese veniva addirittura celebrato il funerale, Antonio stava benissimo e lavorava giorno e notte fino a diventare un bravissimo "orsante".
Nel 1875 il circo tornò a Compiano, quando ormai Antonio aveva 18 anni. Il ragazzo andò a bussare alla porta della madre che lo riconobbe solo grazie ad una cicatrice sulla testa che si era fatto cadendo da bambino.
Tornato quindi a casa riprese a lavorare nella compagnia dei fratelli, fino al 1888.
In quell'anno il signor Bernabò, padre di Antonio, morì e lasciò in eredità 25.000 lire a ciascuno dei figli.