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Istituto Hensemberger - Monza

I fantastici 4: elastici, impermeabili, trasparenti e isolanti

Lo stabilimento costruito a Ferrara nel 1941 dalla SAIGS, joint venture Pirelli-IRI per la produzione su scala industriale della gomma sintetica
Lo stabilimento costruito a Ferrara nel 1941 dalla SAIGS, joint venture Pirelli-IRI per la produzione su scala industriale della gomma sintetica
© Archivio Storico Pirelli
DALLA GOMMA NATURALE ALLA GOMMA SINTETICA
All'inizio del XX secolo l'uso della gomma ebbe un incredibile incremento. La scarsità delle risorse prime naturali, il controllo delle zone di produzione da parte di alcune nazioni, e, soprattutto, le necessità della industria bellica, imposero alla Germania ed agli Stati Uniti uno sforzo enorme per la ricerca di gomme di sintesi che potessero supplire alla carenza di gomma naturale.

La teoria delle macromolecole, iniziata da Harries (1905), poi sostenuta da Staudinger (1920) e confermata da Carothers (1930), sostenne la sperimentazione di vari tipi di polimeri.

Si arrivò alla industrializzazione del processo di produzione di due importanti tipi di gomma sintetica: la gomma metile (o butadiene), di invenzione tedesca e il neoprene, di invenzione americana.

Queste sostanze, dalla elevata elasticità e dalle ottime proprietà meccaniche, dominarono il periodo della seconda guerra mondiale e gettarono le basi per il grande sviluppo della chimica dei polimeri di sintesi.

La parola gomma venne ad includere anche polimeri originati da monomeri molto diversi dall'isoprene, ma con proprietà correlate a quelle delle gomma.
Il principale problema restava però la irregolarità dei legami CIS e TRANS, che non consentivano un totale controllo sul polimero sintetizzato.
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