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Padovella, brigantessa del Matese

La brigantessa Padovella
La brigantessa Padovella
© modif. da “Memorie storiche di Piedimonte d’Alife”, 1926
Marzo 1865. Mentre l'intera banda è nascosta in un pagliaio passano lì vicino cinque uomini della Guardia Nazionale di S. Potito: stanno scortando un gruppo di donne che vanno a raccogliere legna in montagna. I briganti escono veloci dal pagliaio e senza colpo ferire si prendono i fucili, qualche moneta, il permesso d'armi del guardaboschi e pure le scarpe di una della Guardie, allontanandosi poi indisturbati.
Una volta al sicuro Santaniello assegna i fucili e, tra lo stupore degli uomini, uno lo affida a Maddalena. Non è più la femmina del capo, non è più un manutengolo ma, da quel momento, è un vero brigante, anzi brigantessa. E nessun uomo ha qualcosa in contrario.
Il sabato santo, 15 aprile, un massaro di Alife manda alla banda dieci rotoli di maccheroni che vengono cucinati da Francescantonio Tartaglia nella sua casa rurale. Costui è il più fidato degli amici di Santaniello, e spesso li ospita nella masseria dove Nicoletta, che lì vive, fa il bucato per i briganti. Ma la repressione è pronta.
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