I librai della Lunigiana
Bergamo, anni '60. Bancarellai lunigianesi.
© Museo dell'Emigrazione della Gente di Toscana (Photo: Ignoto)
© Museo dell'Emigrazione della Gente di Toscana (Photo: Ignoto)
Oltre agli almanacchi, utili a scandire la vita dei campi, i librai acquistavano nell'Ottocento libri popolari come I reali di Francia, il Guerin Meschino, i Tre moschettieri, Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno, le Poesie del Giusti, la Genoveffa, la Massima eterna e altri libri di preghiere, l'Orlando Furioso, la Gerusalemme Liberata, le Tragedie del Manzoni e perfino il Boccaccio. Ce n'era per tutti i tipi di compratori: dai letterati alla stragrande meggioranza della gente, che cominciava da poco ad affacciarsi al mondo della lettura.
Successivamente alcuni librai diventano grossisti e distributori per le grandi case editrici nazionali, molti aprono loro proprie librerie ed i pił fortunati ed intraprendenti svolgono per proprio conto attivitą editoriale come i Tarantola, i Rinfreschi, i Ghelfi, i Giovannacci.
Successivamente alcuni librai diventano grossisti e distributori per le grandi case editrici nazionali, molti aprono loro proprie librerie ed i pił fortunati ed intraprendenti svolgono per proprio conto attivitą editoriale come i Tarantola, i Rinfreschi, i Ghelfi, i Giovannacci.