Liceo Psicopedagogico A. Malaspina - Pontremoli
La Svizzera negli anni Cinquanta
Emigranti toscani in Svizzera: foto di gruppo.
© Museo dell'Emigrazione della Gente di Toscana (Photo: Ignoto)
© Museo dell'Emigrazione della Gente di Toscana (Photo: Ignoto)
La partenza risale al 5 aprile del 1955 quando il suo primo figlio Fabrizio aveva appena due anni. Lo lasciò semplicemente ad una sua sorella con molto dolore e molto rancore: infatti per tutto il periodo dell'emigrazione Giuseppa soffrì amaramente la lontananza.
La destinazione fu Praten Basclant, un paese vicino a Basilea, dove riuscì anche ad imparare qualche parola in tedesco.
Per entrare dovettero sottoporsi a severi controlli sanitari, da effettuarsi alla frontiera.
Il viaggio in treno durò circa dieci ore: le prime tre fino a Milano, quattro per arrivare a Chiasso e sei ore successive per giungere alla meta predefinita.
Il suo primo alloggio fu nella casa della famiglia presso la quale svolgeva le proprie mansioni, mentre il marito Giovanni si sistemò in una baracca insieme agli amici muratori; in seguito prese un appartamento con il marito.
Successivamente Beppa (Giuseppa) andò a lavorare come "tuttofare" in una mensa di operai.
La destinazione fu Praten Basclant, un paese vicino a Basilea, dove riuscì anche ad imparare qualche parola in tedesco.
Per entrare dovettero sottoporsi a severi controlli sanitari, da effettuarsi alla frontiera.
Il viaggio in treno durò circa dieci ore: le prime tre fino a Milano, quattro per arrivare a Chiasso e sei ore successive per giungere alla meta predefinita.
Il suo primo alloggio fu nella casa della famiglia presso la quale svolgeva le proprie mansioni, mentre il marito Giovanni si sistemò in una baracca insieme agli amici muratori; in seguito prese un appartamento con il marito.
Successivamente Beppa (Giuseppa) andò a lavorare come "tuttofare" in una mensa di operai.