Liceo Psicopedagogico A. Malaspina - Pontremoli
La Svizzera negli anni Cinquanta
Emigranti toscani in Svizzera: foto di gruppo.
© Museo dell'Emigrazione della Gente di Toscana (Photo: Ignoto)
© Museo dell'Emigrazione della Gente di Toscana (Photo: Ignoto)
Qui conobbe Luisa, Pia ed Antonio. Giuseppa racconta che si trovò molto bene sia con il lavoro che con la compagnia (non tutta italiana).
Durante le notti invece Ella coltivava la sua più grande abilità e passione: fare la sarta.
Dopo qualche anno tornò in Italia per partorire il suo secondo figlio, Brunetto, che pure lasciò ad una sua parente a soli sei mesi.
Giuseppa tornò via per una seconda volta con molto rancore, ma lei diceva che in Svizzera c'era più rispetto verso i lavoratori perchè ogni quindici giorni gli veniva data la paga, mentre in Italia passava dei mesi senza poter mettere un soldo in tasca. Lei non potè mai portarsi dietro i suoi figli perchè il marito aveva un lavoro stagionale e quindi li avrebbe potuti tenere soltanto tre mesi per poi doverli riportare in Italia.
Infine Giuseppa rientrò in Italia dopo quasi sette anni d'emigrazione all'estero, mentre il marito rimase in Svizzera altri due anni.
Durante le notti invece Ella coltivava la sua più grande abilità e passione: fare la sarta.
Dopo qualche anno tornò in Italia per partorire il suo secondo figlio, Brunetto, che pure lasciò ad una sua parente a soli sei mesi.
Giuseppa tornò via per una seconda volta con molto rancore, ma lei diceva che in Svizzera c'era più rispetto verso i lavoratori perchè ogni quindici giorni gli veniva data la paga, mentre in Italia passava dei mesi senza poter mettere un soldo in tasca. Lei non potè mai portarsi dietro i suoi figli perchè il marito aveva un lavoro stagionale e quindi li avrebbe potuti tenere soltanto tre mesi per poi doverli riportare in Italia.
Infine Giuseppa rientrò in Italia dopo quasi sette anni d'emigrazione all'estero, mentre il marito rimase in Svizzera altri due anni.