The virtual museum of stories through images

Home > Stories > Le piante dell’uomo: il grano saraceno a Teglio in Valtellina - Page 12/17

Le piante dell’uomo: il grano saraceno a Teglio in Valtellina

"Mét gió piàza" (mettere giù piazza) - Preparazione alla battitura del grano saraceno
"Mét gió piàza" (mettere giù piazza) - Preparazione alla battitura del grano saraceno
© Biblioteca Comunale di Teglio
L'esempio fu seguito, a più riprese, da altre magistrature, che tentarono di impedire l'estensione della coltura della vite a terreni inadatti e si impegnarono per preservare la coltura dei cereali e del grano saraceno.

Ciò non fu tuttavia sufficiente a prevenire le carestie.
Infatti, l'elevato prezzo delle granaglie (in particolare, del frumento, peraltro poco utilizzato, in quanto in prevalenza importato), l'aumento della popolazione (favorito anche dalla scomparsa della peste) e i cattivi raccolti per lunghi periodi condizionarono lo sviluppo dell'attività agricola e imposero ai valligiani un rigido sistema alimentare.

Risultavano perciò relativamente meno svantaggiate le aree non adatte alla viticoltura, perché vi venivano praticate diverse colture, che non solo erano meno dispendiose in termini di lavoro e di capitale, ma anche consentivano l'accesso a fonti integrative, quali le castagne e l'allevamento, oltre alla canapa e alla bachicoltura.

Con l'annessione al Regno Lombardo-Veneto, a seguito del nuovo assetto europeo definito dal Congresso di Vienna (1815), la Valtellina esce dalla sfera di influenza svizzera e si apre al mercato dell'Italia settentrionale.

Il cambiamento politico comporta evidenti riflessi anche sul piano economico, facendo registrare l'aumento del prezzo del vino e la diminuzione di quello delle granaglie.
The images and texts contained in the site are subject to copyright. Any use of these materials outside the site is subject to authorisation by the owners.