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Le piante dell’uomo: il grano saraceno a Teglio in Valtellina

Pulitura col "Mulinčl", ventilabro usato per ventilare il grano saraceno
Pulitura col "Mulinčl", ventilabro usato per ventilare il grano saraceno
© Biblioteca Comunale di Teglio
IL GRANO SARACENO NELLA STORIA ALIMENTARE DELLA VALTELLINA

Per supplire parzialmente al grave disagio derivante dalla carenza di granaglie, fu inizialmente istituita in alcune comunitą della Valtellina (Ponte, Teglio, Montagna, Sondalo, Dazio e Talamona) una sorta di Monti di pietą agrari, che prestavano, a tassi di interesse assai diversi, limitate quantitą di cereali nella stagione invernale o primaverile, per ottenerne la restituzione a raccolto avvenuto (notizia pił dettagliate si ricavano dal censimento 1807/1808).

Analoga funzione svolsero i vari istituti e legati caritativi, che per decenni distribuirono elemosine in natura e denaro. Tuttavia principale fattore economico rimaneva la diffusione della viticoltura, per di pił praticata con le modalitą proprie del contratto a livello.

Per molti versi simile all'enfiteusi, questo istituto consentiva di costituire un diritto perpetuo su un fondo rustico (cedibile e trasmissibile agli eredi), in maniera che il livellario aveva le stesse facoltą di godimento spettanti al proprietario, ma con due obblighi specifici assai onerosi: di apportare migliorie al fondo e di corrispondere al proprietario un canone periodico.
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