Le piante dell’uomo: il grano saraceno a Teglio in Valtellina
Ancora in Francia, nel 1586 tale Noel Du Fail (citato negli studi di Gregoire) riferisce che le blé de Turquie, altra denominazione attribuita al grano saraceno, è l'alimento di sussistenza per i poveri della regione da più di sessant'anni.
In Italia, le prime notizie risalgono alla prima metà del Cinquecento, ove la coltivazione del furmentun risulta praticata nelle valli bresciane e bergamasche, nel bellunese, nel veronese, nelle zone del Trentino, dell'Alto Adige e del Friuli.
Ne riferisce nella sua "Historia del saracino e le sue virtù" (1565) Pietro Andrea Mattioli, studioso e medico della signora di Cles, il quale, dopo aver descritto il formento d'India (mais), tratta del grano saraceno: Questo adunque (per quanto io me n'intenda) ne fu portato in Italia d'Africa, però in molti luoghi d'Italia, si chiama saracino, quantunque in altri luoghi lo chiamino formentone.
Tale differenza di denominazioni ha indotto taluni studiosi, tra i quali Giacomini, autore de "Il grano saraceno. Notizie storiche sulla sua introduzione" (1955), a proporre un'approfondita ricerca filologica sul punto.
Studiare le differenze e le analogie dei nomi attribuiti alla pianta dalle varie popolazioni può permettere infatti di tracciare su basi più solide le vie di penetrazione del saraceno in Occidente.
In Italia, le prime notizie risalgono alla prima metà del Cinquecento, ove la coltivazione del furmentun risulta praticata nelle valli bresciane e bergamasche, nel bellunese, nel veronese, nelle zone del Trentino, dell'Alto Adige e del Friuli.
Ne riferisce nella sua "Historia del saracino e le sue virtù" (1565) Pietro Andrea Mattioli, studioso e medico della signora di Cles, il quale, dopo aver descritto il formento d'India (mais), tratta del grano saraceno: Questo adunque (per quanto io me n'intenda) ne fu portato in Italia d'Africa, però in molti luoghi d'Italia, si chiama saracino, quantunque in altri luoghi lo chiamino formentone.
Tale differenza di denominazioni ha indotto taluni studiosi, tra i quali Giacomini, autore de "Il grano saraceno. Notizie storiche sulla sua introduzione" (1955), a proporre un'approfondita ricerca filologica sul punto.
Studiare le differenze e le analogie dei nomi attribuiti alla pianta dalle varie popolazioni può permettere infatti di tracciare su basi più solide le vie di penetrazione del saraceno in Occidente.