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Le piante dell’uomo: il grano saraceno a Teglio in Valtellina

Aratura - Località S.Rocco - Teglio
Aratura - Località S.Rocco - Teglio
© Associazione "Gent de Saròch" - Teglio (So)
IL GRANO SARACENO NELLA STORIA ECONOMICA DELLA VALTELLINA

Le prime indagini statistiche, condotte nell'Ottocento per risalire alle cause dell'arretratezza del sistema economico nel territorio valtellinese, ne descrivono lo stato agrario nei seguenti termini: Questa provincia non presenta notabili variazioni nei lavori e nei sistemi di agricoltura, tranne quelle suggerite dalle circostanze economiche de' luoghi e dal clima variato a seconda delle diverse situazioni più o meno domestiche; essendo in alcuni luoghi favorita la vegetazione della vite, e altri luoghi no, in alcuni vengono a maturanda nell'istesso anno i due raccolti in cereali, in altri un solo, o nessuno (tratto da Pietro Rebuschini, Descrizione statistica della Provincia di Valtellina giusta lo stato in cui trovatasi l'anno 1833, Milano, 1835).

Ne emerge un sistema agricolo caratterizzato dall'economia di sussistenza. Esso era incentrato sulla coltivazione dei cereali e del grano saraceno, la cui semina avveniva secondo i tradizionali metodi di rotazione agraria. Il primo anno si coltivavano granoturco e, in quantità ridotte, miglio o panico. Il secondo anno, invece, per il primo frutto si procedeva alla semina della segale (8/10), del frumento e dell'orzo (entrambi nella quantità di 1/10 ciascuno); mentre per il secondo frutto si seminavano il grano saraceno (8/10) e il panico (2/10).
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