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Le miniere di Oneta dall’antichità al XX secolo

Laveria gravimetrica di Oneta con condotta forzata per la centrale idroelettrica Cavrera
Laveria gravimetrica di Oneta con condotta forzata per la centrale idroelettrica Cavrera
© Museo Etnografico di Oneta
Per soddisfare i bisogni di energia elettrica legati all'attività mineraria, furono richieste in tempi successivi alcune concessioni di derivazione d'acqua. La prima domanda venne fatta nel 1893 e l'ultima nel 1929. A seguito delle istanze favorevolmente accolte, la "Vieille Montagne" allora proprietaria della miniera, costruì due impianti di modesta potenza denominati rispettivamente "Cavrera" e "Costone", quest'ultimo impianto ubicato presso il Ponte del Costone in territorio di Casnigo.

La prima centrale Cavrera venne realizzata accanto all'omonimo ponte sull'antico percorso per Chignolo, con dinamo ma senza alternatori capace di produrre energia elettrica solo in continua; è possibile tuttora osservare i resti dell'edificio in completa rovina.

Successivamente, nel 1925 la centrale venne spostata all'interno della montagna in una camera sotterranea, un po' più a valle del precedente impianto, dotata questa volta di due turbine delle Costruzioni Meccaniche Riva, e due alternatori della Tecnomasio capaci di sviluppare rispettivamente 160 KVA e 130 KVA in corrente alternata.

Vennero così soddisfatte allora le totali esigenze della miniera consentendo di fornire l'illuminazione ai paesi di Gorno, Oneta e Oltre il Colle. Una parete della sala dove sono collocate le turbine venne affrescata con una certa efficacia da un pittore dilettante di Casnigo del quale si è perduto il nome.
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