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Le attività minerarie nel territorio di Massa Marittima

Pozzo Carlo
Pozzo Carlo
© Comune di Massa Marittima
Nel periodo Mediceo, nonostante i gravi problemi in cui versa la città, le attività minerarie non furono completamente abbandonate, ma sopravvissero e si svilupparono solo quelle che si rivelarono veramente redditizie. Nel 1578 viene acquistato e ampliato dalla Magona Medicea l'impianto di Valpiana e a questo si aggiunge quello dell'Accesa, anch'esso costruito per la lavorazione del ferro elbano, grazie all'abbondanza nel territorio massetano di legname ed acqua, indispensabili al funzionamento degli impianti siderurgici. I Medici invece non riuscirono a risanare acquitrini e paludi (causa del diffondersi della malaria), retaggio dell'incuria della dominazione senese, tanto che, all'inizio del XVIII secolo, quando il Granducato passò ai Lorena, a Massa risiedevano poco più di cinquecento persone.
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