L’ISIA nelle Civiche Raccolte d’Arte di Monza
PLASTICA DECORATIVA: MARINO MARINI (Pistoia 1901-Viareggio 1980)
Ricorda Crippa: "Per fare le lezioni di Plastica ornamentale si andava nell'aula di scultura. La cattedra era tenuta da Marino Marini e il suo assistente Arcadio Pinton era il nostro insegnante. Entravo spesso nello studio di Marini per disegnare le sue sculture e l'ambiente. Vidi la lunga gestazione della famosa Pomona a cui cambiò sei volte la testa"
Marino Marini, giovanissimo, occupa la cattedra di Plastica decorativa già di Arturo Martini nel 1930 fino al 1940; il suo studio rimane fuori dagli sguardi degli allievi, salvo pochissime eccezioni, Marini impone segretamente una grande accelerazione alla sua ricerca e se ne andrà da Monza con le più belle Pomone e con i grandi Cavalieri, ormai maturo per la scena internazionale.
Eredita da Martini anche lo studio che appare colmo dei saggi degli allievi, gessi e alcuni cotti portati da Firenze, ma il rapporto con gli studenti è vissuto in maniera differente rispetto al suo predecessore: Marini, schivo e taciturno, è meno comunicativo ma porta una stima particolare per Nivola e Bellintani.
San Giorgio e il drago: secondo le testimonianze questo è l'unico lavoro interamente sbozzato a scalpello nel marmo, eseguito nei primi momenti vissuti dall'artista a Monza; il marmo rimarrà allo stadio nativo, mai più ripreso da Marini e sarà abbandonato nello studio alla partenza dello scultore da Monza nel 1941.
Ricorda Crippa: "Per fare le lezioni di Plastica ornamentale si andava nell'aula di scultura. La cattedra era tenuta da Marino Marini e il suo assistente Arcadio Pinton era il nostro insegnante. Entravo spesso nello studio di Marini per disegnare le sue sculture e l'ambiente. Vidi la lunga gestazione della famosa Pomona a cui cambiò sei volte la testa"
Marino Marini, giovanissimo, occupa la cattedra di Plastica decorativa già di Arturo Martini nel 1930 fino al 1940; il suo studio rimane fuori dagli sguardi degli allievi, salvo pochissime eccezioni, Marini impone segretamente una grande accelerazione alla sua ricerca e se ne andrà da Monza con le più belle Pomone e con i grandi Cavalieri, ormai maturo per la scena internazionale.
Eredita da Martini anche lo studio che appare colmo dei saggi degli allievi, gessi e alcuni cotti portati da Firenze, ma il rapporto con gli studenti è vissuto in maniera differente rispetto al suo predecessore: Marini, schivo e taciturno, è meno comunicativo ma porta una stima particolare per Nivola e Bellintani.
San Giorgio e il drago: secondo le testimonianze questo è l'unico lavoro interamente sbozzato a scalpello nel marmo, eseguito nei primi momenti vissuti dall'artista a Monza; il marmo rimarrà allo stadio nativo, mai più ripreso da Marini e sarà abbandonato nello studio alla partenza dello scultore da Monza nel 1941.