L’ISIA nelle Civiche Raccolte d’Arte di Monza
FRANCO RENATO GAMBARELLI (vivente)
Gambarelli frequenta l'ISIA dal 1935 al 1939: l'esperienza è per l'artista fondamentale, tanto da indurlo a pubblicare un testo (Monza anni trenta, dall'Umanitaria all'ISIA, 2001, Musei Civici di Monza) dal quale sono state tratte molte delle informazioni che qui riportiamo e nel quale questi anni sono raccontati mettendo in luce il lavoro, la didattica, ma soprattutto il rapporto tra insegnanti e alunni, senza evitare divertenti aneddoti.
"All'ISIA aleggiava certamente uno spirito innovativo, ma nelle materie artistiche non c'era coordinamento di teorie e programmi... in ogni modo, ho potuto trovare egualmente validità nell'insegnamento impartitomi all'ISIA, scuola che, a mio parere, si può apparentare a una grande bottega rinascimentale, ove coabitavano grandi Maestri come Marini, Semeghini, De Grada, Zovetti, con orientamenti tra loro diversi.
Di teoria non insegnavano nulla, ma con l'esempio vivente della loro arte lasciavano a noi la possibilità di assorbire quel tanto che volevamo o potevamo. Va ricordato, per la cronaca, che almeno i primi tre maestri con noi non erano per niente loquaci."
Gambarelli frequenta l'ISIA dal 1935 al 1939: l'esperienza è per l'artista fondamentale, tanto da indurlo a pubblicare un testo (Monza anni trenta, dall'Umanitaria all'ISIA, 2001, Musei Civici di Monza) dal quale sono state tratte molte delle informazioni che qui riportiamo e nel quale questi anni sono raccontati mettendo in luce il lavoro, la didattica, ma soprattutto il rapporto tra insegnanti e alunni, senza evitare divertenti aneddoti.
"All'ISIA aleggiava certamente uno spirito innovativo, ma nelle materie artistiche non c'era coordinamento di teorie e programmi... in ogni modo, ho potuto trovare egualmente validità nell'insegnamento impartitomi all'ISIA, scuola che, a mio parere, si può apparentare a una grande bottega rinascimentale, ove coabitavano grandi Maestri come Marini, Semeghini, De Grada, Zovetti, con orientamenti tra loro diversi.
Di teoria non insegnavano nulla, ma con l'esempio vivente della loro arte lasciavano a noi la possibilità di assorbire quel tanto che volevamo o potevamo. Va ricordato, per la cronaca, che almeno i primi tre maestri con noi non erano per niente loquaci."