Oneta nel periodo pre-industriale
La tessitura
Il territorio, per le sue caratteristiche orografiche, si è prestato maggiormente all'attività pastorale. In ogni casa vi era la presenza del telaio per la filatura con l'antico sistema del fuso e della conocchia per cui la produzione di lana era superiore al fabbisogno. Si producevano panni di taglio basso "pan bas" destinati al mercato di Vertova.
Il Follo
L'estimo del 1546 menziona chiaramente la presenza del "follo" nelle specifiche attività di Oneta nel primo '500. Questa particolare macchina, anch'essa azionata dall'acqua, svolgeva l'ultima fase della lavorazione dei tessuti, permettendo di "feltrare" la superficie del panno per far scomparire i fili e la trama dell'ordito rendendo morbido e soffice il pelo del tessuto di lana.
Il follo era costituito da due grosse travi di legno oscillanti, ciascuna delle quali aveva all'estremità un blocco di legno duro a forma di mazza. Sotto le mazze c'era un cassone, dove si ponevano le pezze del tessuto da follare dopo essere state bagnate con acqua calda.
Una ruota idraulica a palette faceva girare una trave che attraverso robusti sproni faceva alzare e abbassare simultaneamente le travi oscillanti con le mazze che andavano così a comprimere le pezze.
Il territorio, per le sue caratteristiche orografiche, si è prestato maggiormente all'attività pastorale. In ogni casa vi era la presenza del telaio per la filatura con l'antico sistema del fuso e della conocchia per cui la produzione di lana era superiore al fabbisogno. Si producevano panni di taglio basso "pan bas" destinati al mercato di Vertova.
Il Follo
L'estimo del 1546 menziona chiaramente la presenza del "follo" nelle specifiche attività di Oneta nel primo '500. Questa particolare macchina, anch'essa azionata dall'acqua, svolgeva l'ultima fase della lavorazione dei tessuti, permettendo di "feltrare" la superficie del panno per far scomparire i fili e la trama dell'ordito rendendo morbido e soffice il pelo del tessuto di lana.
Il follo era costituito da due grosse travi di legno oscillanti, ciascuna delle quali aveva all'estremità un blocco di legno duro a forma di mazza. Sotto le mazze c'era un cassone, dove si ponevano le pezze del tessuto da follare dopo essere state bagnate con acqua calda.
Una ruota idraulica a palette faceva girare una trave che attraverso robusti sproni faceva alzare e abbassare simultaneamente le travi oscillanti con le mazze che andavano così a comprimere le pezze.