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Pizzi, trine e lini: la dote della nonna

Sfoggio di ricami e pizzi sul grembiule della nonna
Sfoggio di ricami e pizzi sul grembiule della nonna
© Museo Civico "Carlo Verri" di Biassono
PIZZI E MERLETTI NEL TEMPO

La tecnica del pizzo o merletto è molto antica e fu legata sempre alla moda. Ebbe quindi grande fortuna in epoche, come quella rinascimentale e barocca (XVI-XVIII secolo), e in particolare in Francia, nelle quali i vestiti femminili e maschili erano particolarmente sontuosi e decorati.

Comune fu sempre l'uso di pizzi e merletti in ambito ecclesiastico, sia per le vesti liturgiche, che per quelle cerimoniali dei fedeli (corredi per neonati o vesti da sposa), che per gli addobbi di altare (tovaglie, copri-calici, tovaglioli ecc.). Con queste funzioni hanno ancora oggi un uso corrente.

Nell'Ottocento la lavorazione del pizzo rimase un'attività economica molto importante. Essa veniva eseguita a "cottimo" in casa (presso le "merlettaie"), per la vendita o per la dote delle fanciulle (ma ciascuna solitamente produceva il proprio "corredo"). Essa rappresentava un'attività "virtuosa", adatta alle fanciulle timorate e alle madri di famiglia, anche nei ceti sociali elevati.

Subì, in seguito ai cambiamenti della moda, una crisi nel Novecento, resistendo solo in ambienti rurali appartati.
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